Cari amici,
Il ws aretè si è
concluso e la sua scia di ricordi, di relazioni, di nuovi progetti è ancora
viva. Nei nostri occhi, sono ancora presenti tutti i momenti che ci hanno visto
insieme protagonisti. L'incontro alle ciminiere, il viaggio nei luoghi del
progetto, le prime idee, i contrasti, le paure, i sorrisi e la fatica.
Abbiamo creduto in voi,
consapevoli che questa era un'occasione per sperimentare nuovi territori:
culturali, emozionali e professionali.
In quell'atlante di
declinazioni possibili, avete esplorato il tema dell'abitare le rovine e avete
offerto a noi la possibilità di comprendere le sue applicazioni
nell'esercizio del "buon governo" della città costruita e
coltivata.
Il progetto di
architettura, la sua rappresentazione, la dimensione etica e sociale, l'umanità
del disegno e dei modelli, la possibilità di esplorare le diverse scale hanno
entusiasmato noi, voi e chi ci ha seguito.
I vostri sorrisi e i
vostri sogni sono impressi nella nostra memoria e diventeranno lo stimolo per
continuare a offrirvi nuove occasioni d'incontro e di ricerca. Il nostro
mestiere è quello di rendere le città felici e le parole di Ignacio Mendaro Corsini e Giacomo Leone - nella festa finale
- sono il messaggio che vogliamo condividere con voi.
Due uomini, che con la
loro «lentezza e solitudine» nel progetto, hanno tracciato il senso del
rapporto tra le diverse generazioni.
«Sognare è ancora
possibile».
Siamo stati una grande
squadra con voi. Abbiamo raggiunto gli obiettivi e tracciato nuove rotte e di
questo siamo felici.
Con affetto da tutte le
donne e gli uomini che hanno pensato, organizzato e costruito il workshop aretè
| abitare le rovine.
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